CAP 4 - Principi operativi e forme tipiche dei dispositivi di interblocco associati ai ripari

Definizioni e Classificazione degli Interblocchi

Ultima modifica: 10/07/2023

I dispositivi di interblocco vengono classificati in base a diversi criteri, per esempio la natura del collegamento fra riparo e sistema output o in base alla tecnologia del sistema di output (elettromeccanico, pneumatico, elettronico…).

Sono dispositivi dotati di una funzione di controllo sulla posizione del riparo che rileva se questo sia chiuso o meno e in quest’ultimo caso invia un segnale di arresto delle operazioni pericolose. Gli interblocchi possono essere utilizzati come il controllo di altre funzioni destinate a fermare operazioni pericolose (es. l’azionamento di un freno per fermare la macchina in funzione prima che l’accesso sia possibile) o, ancora, come blocco dei ripari per tenere la porta chiusa fintanto che è in corso un’operazione pericolosa.

La Tabella 1 e gli schemi a fianco mostrano la classificazione degli interblocchi in base al principio attivatore e al tipo di attuatore presente.

4.2 Ripari interbloccati senza bloccaggio

In assenza di bloccaggio il riparo può essere aperto in qualsiasi momento, ma il tempo necessario all’accesso della Zona Pericolosa deve essere superiore a quello del sistema di interruzione attivato dal segnale di stop proveniente dall’interblocco.

4.3 Ripari interbloccati con bloccaggio

In presenza di bloccaggio l’apertura del riparo è impedita fintanto che tutte le operazioni pericolose della macchina non siano state interrotte.
In questa configurazione lo sbloccaggio può avvenire:

  • In qualsiasi momento da parte di un operatore, generando successivamente il comando di arresto. Il tempo di sbloccaggio deve essere superiore a quello di arresto delle funzioni pericolose (sbloccaggio incondizionato);
  • Solo dopo che le funzioni pericolose della macchina sono state interrotte (sbloccaggio condizionato).