IL DUBBIO
La funzione del Salvavita è forse quella più conosciuta tra i non addetti ai lavori: nel 1965 la Bticino brevettò e commercializzò il Salvavita, che poi si è diffuso in tutte le nostre case. Lo si confonde però spesso con la funzione differenziale, quando in realtà sono due cose alquanto diverse. Quello che viene comunemente denominato "Salvavita" è l'interruttore differenziale ad alta sensibilità (per chiarezza utilizzeremo da ora questa terminologia più corretta). Sappiamo che gli interruttori differenziali ad alta e bassa sensibilità vengono distinti secondo la corrente IΔn (corrente differenziale nominale di intervento) che fa scattare la protezione, rispettivamente ≤30 mA per i primi e >30 mA per i secondi. Ma quali sono le loro applicazioni in un impianto?
CONSIDERAZIONI
Il differenziale monitora fisicamente la somma vettoriale delle correnti di fase (e del neutro, se distribuito), verificando che sia nulla, come dovrebbe essere in caso di circuito sano; quando questa somma supera il valore soglia IΔn, l’interruttore scatta ed il circuito viene aperto: si è in presenza di un guasto a terra. Dal punto di vista teorico, infatti, una somma diversa da zero implica un guasto a terra, la cui relativa corrente genera lo squilibrio rilevato dalla protezione.
Qui di seguito è mostrato un motore messa a terra in un sistema TN e protetto da un interruttore differenziale.