Grounding and Bonding

Ultima modifica: 29/03/2024

Attualmente il NEC, nell’articolo 100, definisce i termini “ground” o “grounded” come “collegata alla terra o a un corpo conduttore che fa le veci della terra”. Tuttavia, il NEC utilizza spesso il termine “ground” quando in realtà significa “bond” (collegato a un percorso di terra efficace per eliminare un guasto) [250.2 e 250.4(A)(5)]. I due concetti hanno un significato molto diverso.

Grounding – La messa a terra delle parti metalliche è utile solo per fornire un percorso per i fulmini, per filtrare il rumore ad alta frequenza o per ridurre le scariche elettrostatiche.

Bonding – Creare un collegamento equipotenziale tra tutte le parti metalliche e collegarle poi a terra permette di creare un anello di guasto a bassa impedenza per facilitare l’apertura delle protezioni automatica in caso di guasto, così da eliminare tensioni pericolose. In aggiunta, il collegamento potenziale permette di equilibrare la tensione su tutte le masse, generando un unico neutro comune.

Fin qui è tutto chiaro, queste sono le definizioni. Si tratta ora di capire cosa mettere a terra e quali apparecchiature devono essere collegate in maniera equipotenziale tra loro.
L’approccio delle norme nordamericane (principalmente NEC e NFPA 79) è purtroppo un po’ diverso da quello della norma IEC EN 60204-1 e ciò rende l’argomento più complesso, poiché alla fine il rischio di scosse elettriche è lo stesso per un lavoratore nel Regno Unito o negli Stati Uniti.
Perché quindi due approcci diversi? Entrambi gli approcci riconoscono la necessità di un percorso di guasto a terra, e questo è il motivo principale del collegamento. La vera differenza è il concetto di dispositivi o apparecchi elettrici di Classe II, che è presente nella norma EN 60204-1 ma che non è presente nel National Electrical Code o nella NFPA 79.

Basta con la teoria: se avete bisogno di una buona formazione per i vostri ingegneri elettrici, potete chiamarci, anche solo per una chiacchierata sull’argomento.

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